Gli ex fumatori lo sanno bene: liberarsi delle “bionde” non è affatto facile. Molti, infatti, anche se armati di tenacia e di forza di volontà, ricadono nel vizio dopo aver smesso di fumare per un breve periodo. Statisticamente, oltre la metà dei fumatori pentiti riprende a fumare dopo appena una settimana di astensione, rendendo vano ogni tentativo.

Come vincere la dipendenza da nicotina

Si sa che la nicotina provoca dipendenza non solo psicologica, ma anche fisica. La dipendenza fisica da nicotina varia in relazione alla velocità con cui questa sostanza tossica viene metabolizzata dall’organismo. Per chi smaltisce i livelli di nicotina in modo normale, smettere di fumare è più difficile rispetto a chi la metabolizza in maniera lenta, perché il bisogno di fumare viene avverertito tanto più spesso quanto più velocemente scende il livello di nicotina nell’organismo.

Quando la forza di volontà da sola non basta, la scienza interviene in aiuto dei fumatori pentiti con due diversi approcci: la terapia farmacologica e la terapia sostitutiva. La prima impiega un farmaco, prescritto dal medico, a base di vareniclina; la seconda, invece, consiste in un cerotto a rilascio di nicotina da applicare sulla pelle. Entrambe le strategie sono valide per liberarsi della dipendenza da nicotina, ma quale scegliere? Qual è il sistema più adatto a ciascuno, capace di garantire maggiore successo?

Un prelievo di sangue per dire addio al vizio

Capire a quale gruppo di fumatori si appartiene, se metabolizzatori normali o metabolizzatori lenti, è il primo passo per vincere la propria battaglia contro il fumo. Oggi, attraverso un semplice prelievo di sangue si può scoprire a che velocità si metabolizza la nicotina, individuando uno specifico biomarcatore genetico, il cosiddetto NMR. Sapere in che modo si smaltisce la nicotina è fondamentale per personalizzare la strategia per smettere di fumare e, soprattutto, per non ricadere nel vizio a distanza di tempo.

A sostegno di questa tesi, sulla rivista The Lancet Respiratory Medicine sono stati pubblicati i risultati di un recente studio condotto presso le Università di Pennsylvania e di Toronto, secondo cui la strategia migliore per i metabolizzatori normali di nicotina è rappresentata dalla terapia farmacologica, mentre per i metabolizzatori lenti il cerotto è più indicato, perché permette di raggiungere le stesse percentuali di successo della terapia farmacologica, ma senza gli effetti collaterali della vareniclina.